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Termina il restauro del Tempio di Venere, il più grande edificio della Roma antica

A Roma termina il restauro del Tempio di Venere, quindici mesi dopo l’avvio dell’intervento. Il termine lavori è stato annunciato oggi pomeriggio dal Parco Archeologico del Colosseo, che gestisce il tempio, e da Fendi, che ha sponsorizzato il restauro con 2,5 milioni di euro. Il tempio è il più grande edificio della Roma antica e deve la sua straordinarietà, oltre alle eccezionali dimensioni, all’originalità del disegno architettonico, che combinava le proporzioni e la spazialità ellenistica con l’urbanistica e la tecnica costruttiva romana, realizzando una forma del tutto innovativa. Oltre 200 colonne in granito grigio e proconnesio avvolgevano un unico volume rettangolare, ripartito tra le due aule di culto contrapposte: quella dedicata alla dea Venere Felice, dea della natura generatrice, madre di Enea, progenitrice di Augusto e quindi della famiglia imperiale, rivolta verso il Colosseo; quella dedicata alla dea Roma Eterna, personificazione sacra della città e del suo dominio sui territori dell’Impero, rivolta verso il Campidoglio.

Teatro Marcello e Portico d’Ottavia nasce l’area monumentale – roma.repubblica.it

Teatro Marcello e Portico d’Ottavia nasce l’area monumentale – roma.repubblica.it

Voluto da Cesare per oscurare la fama del vicino Teatro di Pompeo dell’acerrimo rivale, il Teatro di Marcello è oggi l’unico sopravvissuto dei tre teatri stabili antichi di Roma e si appresta ora a essere dato in concessione a privati, insieme a tutta l’area monumentale che lo ricomprende. A stabilirlo è una delibera di giunta del 7 marzo scorso, con relativo bando, finalizzata «a promuovere la valorizzazione dell’area, al momento non adeguatamente fruibile».

Pantheon, il giallo del frontone più alto  l’errore degli architetti – messaggero.it

Pantheon, il giallo del frontone più alto l’errore degli architetti – messaggero.it

C’è tanto da scoprire a Roma, che, spiegava l’archeologo Antonio Nibby (1792 – 1839), sostarvi tre giorni significa esservi passati, starci un mese vuol dire averla visitata, viverci per sempre rappresenta l’itinerario ideale. Forse, aveva ragione. Per esempio, quanti in piazza del Pantheon, oltre che al «più grandioso, più significativo e meglio conservato» dei monumenti romani antichi (lo diceva Armando Ravaglioli), dedicano un’occhiata ai muri degli edifici, o alla sua sommità?

Scavi, scoperte, mappe in 3D il museo diventa virtuale – roma.repubblica.it

Scavi, scoperte, mappe in 3D il museo diventa virtuale – roma.repubblica.it

Un atlante analogico e digitale del Lazio antico. Il progetto ambizioso, che vede al lavoro docenti e laureandi della Sapienza, è stato presentato lunedì scorso dall’archeologo Andrea Carandini nel corso dell’incontro su “Antichità e innovazione” organizzato dall’associazione Civita. Una naturale evoluzione dell’Atlante di Roma antica (edito da Electa), con cui il team guidato da Carandini e da Paolo Carafa, docente di Archeologia alla Sapienza, aveva ricostruito l’evoluzione dei paesaggi urbani dalla metà del IX secolo a. C. alla metà del VI d. C., condensando 25 anni di ricerche in un’opera mastodontica e senza eguali. Una sorta di museo virtuale con immagini in 3D, per “rendere visitabile e percepibile il mondo antico, con la sua architettura, a tutti i cittadini” ha spiegato Carandini.